lunedì 20 agosto 2012

IL FIGLIOL PRODIGO

LA PARABOLA DI PAOLO IL FIGLIOL PRODIGO


Un uomo aveva due figli. Il più giovane, Paolo, disse al Padre: “Non è che avresti cento Euro…sai i debiti, il carovita, il caro benzina, anzi facciamo prima: dammi la parte di eredità che mi spetta così che io la possa saggiamente spendere per costruirmi un futuro tra droga, gioco d’azzardo e donne di facili costumi….”

E il Padre divise le sostanze….

Così Paolo partì con tutte le sue cose per un paese lontano (Castello di Serravalle, più o meno) e sperperò tutte le sue sostanze vivendo da dissoluto, pur ignorando cosa significasse il termine “dissoluto”

(e ignorando come fosse difficile vivere da dissoluto a Castello di Serravalle).


Quando ebbe speso tutto in Gratta e vinci, buoni del tesoro di nazioni europee e nel tentativo di partecipare a una cordata per acquistare una compagnia aerea ormai senza speranze......in quel paese venne una grande carestia e Paolo cominciò a trovarsi nel bisogno e pensò “..ma proprio ora che ho speso tutto doveva arrivare la carestia?”

Allora si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione che lo mandò a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci ma questo non avvenne, piuttosto ogni tanto capitava che alcuni porci perdessero una gamba; cosa che Paolo giustificava con incidenti sul lavoro ed improbabili liti tra suini.

Allora rientrò in sè stesso e disse: “Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, non sono più degno di esser chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi garzoni.

Così partì e si incamminò verso suo padre (pur credendo che il garzone fosse una benda di grandi dimensioni….)

 
Davanti alla sua vecchia abitazione c’erano ad attenderlo il Padre e un vitello di notevoli dimensioni: alla vista del figlio il Padre gli corse incontro gettandogli le braccia al collo mentre il vitello cominciò inspiegabilmente a piangere……

Il figlio gli disse: “Padre, non sono più degno di esser chiamato tuo figlio”  ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa”

“Lo sapevo io! Lo sapevo! - Disse il vitello ancora singhiozzante - Ma abbiamo così tanti conigli!…proprio io??”

“Ma pensa agli affari tuoi! - rispose un coniglio poco distante… - ….che poi… se ti fossi messo a dieta come ti avevo consigliato adesso ammazzerebbero un altro vitello….”

 
E cominciarono a far festa.
Tranne il vitello.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre farà ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo.

Egli si arrabbiò e disse “Non può ammazzare il vitello grasso per mio fratello! Semmai un coniglio!”

“E’ quello che ho detto anch’io! confermò il vitello grasso….”

“Ma è un complotto???” aggiunse il coniglio…..

Il fratello si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo ma lui rispose: "Ecco, io ti servo da tanti anni e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici……….”

E il capretto: “Oh!! Basta che non tiriate in ballo anche me, eh?”

"Guarda...-aggiunse il coniglio- qui di vegetariani neanche l'ombra..."

Riprese il fratello maggiore….”…ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi è tornato, per lui ammazzi il vitello grasso. Perché?" 

“Ha ragione! Perché mai????” si sentì ancora una voce…..


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Gli rispose il padre:

“Figlio mio…

....hai idea di quanto sia saporito il vitello grasso con le erbette e la salsa?”







 

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