martedì 8 gennaio 2013

MANCINISMO E LEFT PRIDE

L'ALTRA PARTE

Ogni anno, il 13 di agosto, esiste una particolare ricorrenza che io festeggio in solitudine con un buon bicchiere di vino (o di Schweppes gelata): la giornata internazionale dei mancini.

Io sono, ovviamente, uno di essi.
Da quando ho cominciato a impugnare gli oggetti e a comunicare fisicamente con il mondo, la parte sinistra del mio corpo ha sempre prevalso e di conseguenza, come ci insegnano da tempo, la parte destra dell'emisfero cerebrale. In realtà le cose non stanno esattamente così dal punto di vista scientifico ma non approfondisco anche perché non ho sufficiente conoscenza della materia.

"Mancino" e "mancante" sono parole con la stessa radice e la stessa origine latina: "Manus" e "cus" ovvero "mano storpia" o qualcosa di simile.
Non è un caso: la parte sinistra è sempre stata indicata come quella "sbagliata" nella storia dell'uomo, forse per il vecchio e immutabile vizio umano di diffidare di qualunque diversità, per quanto diffusa. I destri sono la stragrande maggioranza quindi i mancini sono strani o peggio "difettosi". Pensiamo solo al termine "right" ovvero destra che in inglese significa pure "giusto" mentre il suo opposto, "Left", è la stessa parola che indica "mancante". In campo linguistico si sprecano le espressioni dispregiative in merito: "Tiro Mancino" o "Sguardo sinistro" sono facili esempi.

Negli ultimi decenni, per fortuna, l'atteggiamento generale è mutato considerevolmente. E' noto, infatti, che nella storia questa differenza sia stata a volte trattata come una deformita se non un male legato alle superstizioni. Erroneamente si attribuisce lo storico accanimento a un problema esclusivamente religioso: in realtà il discorso è molto vasto e riguarda più un segno di distinzione, di presunta migliore educazione e ceto oltre all'ignoranza che sempre ha tentato di dare spiegazioni forzate e poco plausibili a fenomeni molto naturali.
La famosa "Encyclopedie", quella di Diderot e degli Illuministi francesi che conosciamo di nome dai tempi della scuola, è la prima opera a parlare di questo argomento in senso positivo; eppure saranno proprio le scuole francesi della Terza Repubblica quelle che si distingueranno maggiormente nel forzare i bambini alla cosiddetta "normalità", in un'ottica di massificazione e di non-distinzione in una società ordinata e secolarizzata.
All'inizio del '900, più che nel passato, erano molto diffusi trattati e ragionamenti su questa "malformazione" che in alcuni casi era un vero razzismo biologico che utilizzava espressioni non lontane da quelle che oggi, molti conservatori, utilizzano contro l'omosessualità.
La produzione di massa, poi, ha creato arnesi e strumenti sempre più uguali tra loro e adattati alla sola maggioranza; quindi ai destrorsi.

Ora mi sembra superfluo, poco originale e soprattutto lontano dal mio stile elencarvi quanto i mancini, al contrario,  abbiano dimostrato nei secoli eccellenze in moltissimi settori, particolarmente in quello artistico. Evito anche l'elenco di musicisti, condottieri, capi di stato e scienziati mancini di cui la storia è piena: vi basterà pensare ai nomi più famosi che conoscete in ogni campo e ci sono buone probabilità che stiate parlando di mancini (perdonate l'affermazione un po' eccessiva e orgogliosa).
Per non parlare del dominio dei sinistrorsi in alcuni sport come il tennis, il pugilato, il baseball o la scherma.

Io preferisco raccontare qui delle piccole differenze quotidiane e del piccolo orgoglio della mia infanzia per il fatto di appartenere a questa categoria. Del fatto che mi sono sempre divertito a scrivere "a specchio" ovvero da destra verso sinistra con le lettere rovesciate (come è noto sapesse fare Leonardo Da Vinci) o che sin da quando ho imparato a leggere non mi sono mai preoccupato se il libro o il foglio fossero o meno capovolti: il compito mi sembrava facile in qualunque verso. Come alcuni altri mancini che ho conosciuto, tra l'altro, ho una visione istantanea di tutto quello che è scritto in più righe o un intero periodo: quando leggo ad alta voce sto in realtà pronunciando qualcosa che ho visto e memorizzato un paio di secondi prima, mentre gli occhi e la mente sono concentrati sulla riga successiva. Da bambino questo metodo istintivo mi regalava una notevole fluidità di lettura e una più immediata comprensione rispetto a chi era costretto a concentrarsi su ogni singola parola per poterla riconoscere e pronunciare. Ho sempre attribuito questa particolare propensione alla lettura e la tendenza alla "visione d'insieme" proprio alla caratteristica di cui ho parlato finora così come credo sia la causa, al contrario, delle mie difficoltà infantili nell'apprendimento di semplici gesti come allacciarsi le scarpe. 


Il mondo dei mancini è fatto anche di piccoli, innocui problemi quotidiani (meno innocuo è il fatto di macchiare il foglio usando la stilografica) e di arnesi o strumenti ideati solo per la maggioranza.


Porto all' attenzione solo un buffo esempio di gesti quotidiani legati al fatto di essere mancini: il barista che vi serve un caffé girando la tazzina a vostro favore mentre un attimo dopo voi siete costretti a rigirarla per poterla prendere con la mano più comoda o ancora il piccolo dispiacere di non poter vedere la marca o il disegno sulla tazzina tra un sorso e l'altro in quanto sono sempre stampati su un solo lato: quello opposto alla vostra vista. Un po' come la faccia nascosta della Luna (forse per questo i primi due uomini che hanno camminato sulla Luna erano mancini?).



Concludo con piccole curiosità e coincidenze sulle tante celebrità mancine come la successione incredibile di Presidenti degli Stati Uniti d'America mancini negli ultimi cento anni:
Hoover, Truman, Ford, Reagan, George Bush padre, Clinton, Obama. Negli ultimi 40 anni solo per 12 gli Usa hanno avuto presidenti "normali". Negli ultimi 33 anni solo George Bush Jr.
Anche nella famiglia Reale inglese dal 1936 regnano solo mancini e in futuro non cambieranno molto le cose in quanto tutta la discendenza diretta: Giorgio VI, Elisabetta II, Carlo e infine William hanno questa caratteristica comune, probabilmente ereditata dalla Regina Vittoria. Qui però non parliamo di casualità o di eccellenza bensì di genetica.




Leonardo Da Vinci...




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