mercoledì 3 ottobre 2012

OCCUPAZIONE DEL PIANETA TERRA - PARTE SECONDA

OCCUPAZIONE DEL PIANETA TERRA
RACCONTO A PUNTATE
PARTE SECONDA

Continua il breve racconto a puntate inziato circa un mese fa. Questo è il link per gli occasionali lettori che volessero leggere anche il primo episodio. Si tratta in realtà di una bozza di una storiella sugli alieni che spero abbia alcuni spunti interessanti e che sto modificando man mano per renderla più logica e fruibile.




La notizia di questo messaggio in pochi minuti fece il giro del mondo. I generali e le autorità presenti a poca distanza dal folto gruppo di alieni si affrettarono a chiamare personalmente chi di dovere per capire come comportarsi per quanto le informazioni necessarie fossero arrivate in Parlamento e alla Casa Reale prima ancora delle loro telefonate. Una unità di crisi era ovviamente operativa nel Parlamento inglese dalla sera prima, pronta a prendere qualunque decisione.

Il “forestiero” non sembrava particolarmente impaziente: rimaneva dritto e immobile con quel suo serpentone sulla schiena che si spostava di pochi centimetri ogni tanto. Allora mi sembrò un caso estremo di simbiosi, idea della quale ebbi conferma da alcuni scienziati in televisione per quanto pochi potessero avvicinarsi abbastanza all’oggetto dello studio tanto da poter dare una valutazione più precisa. Come ebbi modo di vedere in seguito, l’essere più piccolo occupava uno spazio non coperto da armatura, questo mostrava comunque che l’atmosfera terrestre non era nociva per le loro caratteristiche. Ad ogni modo utilizzavano sicuramente il loro elmetto anche come respiratore in quanto gran parte del loro capo era protetta sebbene visibile.


 I vertici politici e reali londinesi pensarono fosse una buona idea accontentare immediatamente il loro interlocutore e venti minuti dopo, mentre il mondo era fermo, nessuno era al lavoro e nessuna auto girava per la città, Elisabetta Seconda arrivò in auto con una abbondante scorta armata, fermandosi a una cinquantina di metri dalla creatura delle spazio. Quest’ ultimo muovendosi sempre il minimo indispensabile, allungò uno dei due arti, dotati di tanti piccoli tentacoli anziché dita e indicò un militare che fissava il cellulare, per poi spostare il suo braccio verso la Regina. Il concetto parve chiaro e subito a Sua Maestà fu fornito un telefonino da un uomo della scorta.
Le parole apparivano senza bisogno di suonerie o di messaggi anche se in una sequenza un po’ rapida: se il discorso fosse stato troppo lungo certo si sarebbe perso qualche passaggio. Per fortuna tutti nel quartiere potevano leggere e memorizzare in qualche modo le stesse scritte che apparivano uguali in ogni telefonino. Questo è ciò che scrisse quel mostro:


Sono COLO, del Pianeta ALEC. Sono nomi che vi forniamo come riferimento per dialogare, nomi che utilizzeremo da questo momento in avanti perché noi non usiamo nomi per definire le entità di qualsiasi tipo. Sono il membro portavoce di questa flotta. Riconosciamo nella vostra specie, tecnologicamente abbastanza avanzata per essere periferica nella Galassia, l’unica in grado di comunicare con noi e l’unica a gestire un potere su questo Pianeta.
Vi dichiariamo colonia del Pianeta Alec: altre astronavi giungeranno qui esattamente tra 180 dei vostri “anni”. Sono già partite da Alec mentre noi occuperemo le vostre terre solo per 45 dei vostri anni. Dopo partiremo verso un altro Sistema abitato non lontano dal vostro. Abbiamo mezzi e tecnologia superiori e l’abbondanza di risorse su Terra ci permette di non nutrirci di esseri della vostra specie ma di tutti gli altri per cui chiediamo di non resistere e non combattere contro di noi. Non vogliamo violenza contro una razza intelligente ma useremo violenza se servirà.




A quelle parole pensai: “poteva andare peggio. Se avessero voluto disintegrarci, in effetti, lo avrebbero già fatto”. In televisione diversi commentatori della BBC sostennero che gli extraterrestri potessero aver paura di qualcosa, forse della nostra reazione. Qualcuno ipotizzò addirittura che stessero bluffando con le loro “educate minacce”, che non avessero i mezzi per opporsi alle forza armate mondiali anche se l’evidente differenza tecnologica poteva impaurire.

La risposta arrivò in breve tempo. Un vecchio membro del Parlamento inglese, Sir Andrew Collins, fu nominato Ministro straordinario per la Crisi Aliena: a lui e al Primo Ministro furono dati poteri straordinari per agire e decidere in prima persona oltre al controllo delle forze armate Britanniche ma in tutto il mondo nel giro di pochi minuti erano già partite comunicazioni con gli USA, la Cina, La Russia e l’Ucraina oltre alla NATO per prendere decisioni unitarie e comuni e far rientrare tutte le missioni di guerra sparse per il mondo laddove potevano essere più utili al momento. Il Consiglio Generale delle Nazioni Unite era in seduta straordinaria da diverse ore e tutti i partecipanti rimasero dentro il Palazzo a Bruxelles per circa due giorni.
Mezz’ora dopo il comunicato nel centro di Londra lo scenario era cambiato di poco, con l’alieno ancora fermo nella stessa posizione ma con la presenza del Primo Ministro e del Ministro della Crisi in prima fila, aggiunti alla folla di autorità e militari autorizzati.
Il Premier inglese si portò in testa a questo “comitato di accoglienza” e scrisse il messaggio personalmente.


“Sono il Primo ministro della Gran Bretagna. Parlo a nome dell’intero Pianeta Terra dopo aver consultato altri Ministri e Re. Non ci riconosciamo colonia del Vostro Pianeta ALCO. Nessun governante al Mondo può prendere decisioni per l’intero Pianeta Terra. Vi accogliamo e vi tratteremo come ospiti se avrete comportamenti pacifici, fornendo l’assistenza che ci sarà possibile. Saremo felici di avere uno scambio culturale con voi e siamo anche noi contro l’uso non necessario della violenza”


Non si sapeva come e dove avrebbero letto il messaggio ma era evidente che qualcosa tra loro, se poteva usare quel mezzo per parlarci, poteva anche ricevere messaggi in qualche maniera. La risposta infatti non tardò ad arrivare: uno dei loro mezzi si girò lentamente verso le case sulla sinistra e dal foro anteriore già descritto fece partire un raggio azzurrognolo che distrusse una intera palazzina in pochi secondi: non pareva bombardata o esplosa, era come se cedesse la sua struttura da ogni punto colpito disgregando il tutto e riducendolo a un cumulo di macerie.


Ad un segnale dei Ministri e del Generale partì subito una risposta di forza Britannica. Un carro armato da una strada laterale fece esplodere una cannonata che provocò parecchi danni al manto stradale ma ben pochi ai mezzi avversari mentre numerosi soldati, lontani dalle autorità che vennero immediatamente allontanate dalla zona, aprirono il fuoco in massa contro le prime file di mezzi. Anche in questo caso i risultati furono deludenti: lo stesso alieno fuori dai mezzi si limitò ad arretrare di qualche passo lentamente, sempre osservando i militari ma non temeva troppo tutto quello che stava accadendo.

Il Generale fermò dopo circa due minuti, ripresi dalle televisioni, quell’inutile spargimento di fuoco. La prima fila di mezzi alieni puntò allora sull’esercito schierato i suoi raggi mentre un altro mezzo nelle retrovie colpì il carro armato che per primo aveva cominciato la risposta terrestre: quest’ultimo si fuse come un formaggio nel forno e lo stesso accadde con gli esseri umani, in una scena orribile che non dimenticheremo mai anche se non è stata praticamente più trasmessa e riprodotta, sembravano sciogliersi anziché bruciare come su un rogo.


Un nuovo messaggio apparve sui telefoni:


Il Pianeta Terra è colonia di ALC da questo momento. I suoi abitanti sono nostri sudditi che tratteremo con il dovuto rispetto ma che devono procurarci cibo e quant’altro potrà servirci. Chiediamo di portare qui la Regina di Gran Bretagna e il Presidente degli Stati Uniti di America, l’Imperatore di Roma, il Presidente della Repubblica Popolare Cinese e il Presidente di Russia. A loro non faremo male. Avete due giorni terrestri di tempo oppure distruggeremo diecimila case e elimineremo cento persone.

Il giorno dopo furono accontentati. Gli alieni nel frattempo erano scesi a centinaia dai loro mezzi ed erano stati ospitati in abitazioni poco distanti, con la dovuta cautela.
COLO, insieme ad altri 5 alieni apparentemente identici a lui e tutti accompagnati da quelle orribili lunghe bestie sulla schiena ricevette al chiuso gli uomini più potenti del mondo dopo che fu chiarita l’informazione sbagliata e poco attuale sul “Cesare” assente, sostituito dal Presidente del Parlamento Europeo.

Tutti dimostrarono lo stesso coraggio già offerto dagli inglesi il primo giorno. Comunicando a pochi metri con questi esseri mostruosi che non avevano bisogno del telefonino per sapere cosa gli umani stessero scrivendoci sopra. Comprendevano il messaggio scritto senza leggerlo e COLO rispondeva all’istante sugli schermi come se l’informazione venisse scritta direttamente dal suo cervello. Questo dopo aver comunicato con i suoi simili in qualche maniera che non era udibile all’orecchio: non emettevano infatti suoni particolari o versi.


Usciti dal Palazzo, i 5 potenti della Terra affrontarono una conferenza stampa unitaria e senza precedenti ai microfoni della BBC

Secondo i nuovi colonizzatori, i terrestri potevano continuare tranquillamente le loro attività produttive senza limitazioni alla libertà di espressione e di stampa sebbene, per tutti i 45 anni previsti per la loro occupazione, qualunque ricerca scientifica e tecnologica dovesse essere sotto il controllo delle autorità coloniali. Ad ogni modo tutte le strutture e gli abitanti, in qualsiasi momento, potevano essere utilizzati come servitù e proprietà di qualunque alieno ed essere a loro sottomessi. I governanti dichiararono con forza che nessuno avrebbe potuto accettare tali condizioni e che, nonostante la dimostrazione di forza degli occupanti, poteva rendersi necessaria una risposta molto più violenta da parte terrestre contro le 5 astronavi dopo aver consultato anche il consiglio di sicurezza ONU.


I giorni successivi, dopo un’immediata evacuazione in massa delle zone coinvolte, i cieli di parte delle 5 nazioni coinvolte direttamente dall’arrivo alieno videro il susseguirsi di una guerra aerea assolutamente inconsueta con il coinvolgimento di mezzi provenienti da tutto il Mondo. Al termine di questo breve tentativo fu evidente l’impotenza della forza umana contro quella aliena ma fu anche evidente come gli stessi colonizzatori si limitassero a una dimostrazione di forza minima e alla distruzione delle sole forze armate coinvolgendo il meno possibile le strutture civili.

L’uso delle armi atomiche, proposta avanzata da pochi membri, fu valutato dal Consiglio dell’ ONU come assurdo e da non prendere in considerazione in quanto avrebbe distrutto alcuni delle zone più importanti e produttive d’Europa e del mondo, avrebbe messo in ginocchio l’economia mondiale e la salute di una parte consistente della popolazione. L’alternativa proposta dai nemici della Terra sembrava decisamente meno terribile di un conflitto nucleare di tale portata.


I potenti del nostro pianeta decisero così per la resa senza condizioni, anche perché erano state già posti precedentemente limiti molto precisi che gli alieni non avevano intenzione di modificare. Per quanto prepotenti e invasori la loro violenza era prevista solo come risposta a un tentativo di insubordinazione e non era loro interesse terrorizzare ulteriormente la popolazione, non più di quanto facesse già la loro presenza, la loro superiorità militare e tecnologica, le loro immense navi spaziali sulle nostre teste o viste in televisione.

Così, giorno, dopo giorno, quasi ci abituammo alla loro presenza. Per quanto le nostre strutture fossero tutt’altro che comode per le loro dimensioni e la scarsa mobilità, si sedevano sulle nostre sedie, mangiavano nei nostri ristoranti ed entravano nei nostri supermercati. Il tutto ovviamente con un credito illimitato. Per quanto la loro popolazione sul nostro pianeta fosse irrisoria rispetto a quella umana, la loro voracità fece capire in fretta che questi esseri potevano aver calcolato 45 anni come un tempo necessario per prosciugare o quasi le risorse umane e poi spostarsi, come uno sciame di cavallette, verso altri mondi ricchi di cibo e acqua.


La loro cultura era meno distante del previsto dalla nostra ma solo in alcuni casi erano interessati al dialogo con gli umani. Per quanto non si occupassero di musica perché non in grado di ascoltarla erano letteralmente rapiti da molte altre forme d’arte. Non si trattava di un desiderio culturale o di conoscenza: sembrava più un piacere puro di vedere forme e strutture così evidentemente belle e diverse rispetto a quelle delle loro scarse tradizioni. Non erano abituati a dare tante spiegazioni a esseri considerati inferiori ma non ci temevano minimamente e rispondevano praticamente sempre alle domande che gli venivano poste. In alcune occasioni dissero che la loro civiltà era molto focalizzata sulla tecnologia da decine di migliaia di anni e, per quanto esistessero alcune forme di espressione artistica nella loro cultura d’origine, erano rare e poco avanzate. Consideravano essi stessi popoli nomadi che avevano abbandonato il pianeta di origine migliaia di anni prima dopo averlo irrimediabilmente inquinato e prosciugato delle sue risorse e dopo averne compromesso la stabilità atmosferica. Essendo ormai la quarta generazione dai tempi in cui i loro progenitori avevano lasciato ALEC, conservavano solo testimonianze tecnologiche della loro civiltà e cultura d’origine ed erano progrediti come una comunità autonoma, pressoché impossibilitati a comunicare con altre comunità partite verso altri sistemi stellari. 







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