martedì 5 agosto 2008

DOV'ERO . OTTO ANNI FA....

18 AGOSTO 2000, NOCERA UMBRA



PORTATEMI DELL' ACQUA DI NOCERA

QUESTA E' BUONA ALLA FEBBRE ED AL DOLOR COLICO

GUARISCE LA RENELLA ED IL MAL DI PETTO

FA DIVENTARE ALLEGRO IL MALINCONICO.

L'APPIGIONASI APPICCA AL CATERATTO

ED IN OZIO FA STAR TUTTI I BECCHINI

MA NON BISOGNA BERLA A CENTELLINI

E - QUEL CHE PIU' CONTA - IL MEDICO L'APPROVA

E IN CENTO CASI ANCOR PIU' STRAVAGANTI

HA FATTO DELLA SUA VIRTU' LA PROVA

STIMANDOLA PIU' ANCOR DEL VIN DI CHIANTI.


 


Mi affretto a memorizzare i versi del poeta Francesco Redi, letti sopra tre fontanelle davanti all'ingresso di Nocera Umbra che dopo un brevissimo pranzo nel bar a fianco accompagnano come una melodia i sorsi dell'acqua più fresca e buona di tutta l'Umbria.

Appena tornerò alla tenda li trascriverò immediatamente, parola per parola.

Sono stato accolto anche qui nel migliore dei modi: solo chi gira in bicicletta d'estate può sapere quanta allegria, quanto piacere regali al viandanTe una fonte di acqua fresca specie ora che la temperatura si avvicina molto ai 40 gradi.

Entrando nel borgo, però, i versi dell'Acqua fresca si cancellano e mi torna alla mente ben altra porta e ben altri versi: il Canto terzo di quella "Commedia" che sta accompagnando il mio viaggio come una colonna sonora


"Per me si va nella città dolente..."


Gran parte delle case di questo meraviglioso borgo sono transennate e con ponteggi. Il terremoto ha colpito qui molto più di quanto pensassi e il silenzio dentro le mura è assoluto come quello delle città fantasma dei vecchi "western" mentre centinaia e più case di questo grande borgo sono totalmente abbandonate.

 non una persona oltre me a camminare su questi ciottoli non altro rumore oltre al fastidioso gracchiare della mia scarpa sinistra consumata.

Nonostante le crepe siano ovunque provo ad entrare in alcune di queste abitazioni attraverso porte socchiuse, socchiuse perché incastrate: impossibili da richiudere per i danni del sisma.  All'interno tutto è ancora più irreale: pavimenti inclinati, case completamente ammobiliate ma senza persone dentro, riviste aperte sui letti, arnesi che qualcuno teneva in mano e che poi sono rimasti appoggiati là dove il tempo li ha sospesi. Sembra proprio che tutti siano scappati portando con sé solo il necessario perché tanti di questi oggetti personali sono ancora visibili un po' ovunque.

I soffitti sono crollati quasi ovunque e le macerie sembrano un addobbo in tutte le strade, come la neve nei presepi. 

Padroni di tutto sono gli insetti insieme ai serpenti che vedo entrare ed uscire da vecchie porte in legno. In alcune strade ci sono anche sacchi di immondizie abbandonati probabilmente da allora (anche qui, i vecchi giornali che vedo sparsi in terra, sono testimoni del tempo che si è fermato).

L'impressione è che i lavori qui siano fermi da molto tempo e che Nocera Umbra sia stata dimenticata dagli uomini e dalle autorità

Tre giorni fa ho pianto sotto la bellezza delle opere di Giotto ad Assisi, di quella stessa volta che vidi crollare in televisione

ed ora entro in un'altra casa attirato da una vecchia foto di famiglia appesa al muro dall'altra parte dell'ingresso che intravedo da una finestra bassa

apro l'ingresso incuriosito

ma nessuno può vedere quella foto da vicino

perché non c'è più un pavimento

sotto

 

è crollato completamente scoprendo le cantine

e sto piangendo, di nuovo.


 


 


 

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