giovedì 7 agosto 2008

I VIAGGI NEL TEMPO....

IL PEGGIO DEI VIAGGI NEL TEMPO DI PAOLO



 


Buongiorno


 


Il mio nome è Paolo


 


Ho creato un sistema per annientare le barriere che ci imprigionano in un determinato periodo o epoca.


Sono l’inventore della macchina del tempo.


Più precisamente scendendo il gradino del corridoio di casa mia, quando colpisco involontariamente con il mio cranio la trave di cemento comincio a viaggiare nel tempo...non so come.....


 


Nei miei viaggi ho incontrato molti famosi personaggi della storia ma


poiché io sono io….


vi narrerò in breve in quali disastrose maniere ho fatto la loro conoscenza nelle mie:


 


 


FIGURE NEL TEMPO


 


 


 


1) 1820


 


Paolo: “Ma se è sordo perché mai dovreste lasciargli usare il pianoforte?"


 


Così ho conosciuto Ludwig Van Beethoven


 


 


 


2) 1940


 


Paolo: “ Ma sì, ho capito chi è lei!!! Quell’attore coi baffetti! Guardi, ho visto un sacco di suoi film, anche quelli muti…..lei, con la bombetta….poi quando fa roteare il bastone mi fa morire dal ridere!”


 


Così ho conosciuto….Adolf Hitler


 


 


 


3) 30 A.C.


 


 


“Stia tranquilla! Io so tutto sui serpenti! Quello non è velenoso, è totalmente innocuo!”


 


 


Così ho conosciuto…Cleopatra


 


 


 


4) 1912


 


“ Faccia buon viaggio, mi raccomando”


 


 


Così ho conosciuto il capitano Edward Smith, del  transatlantico Titanic


 


 


 


5) 1431


 


“Oh signori! Che bel fuocherello! C’è la castagnata in piazza?”


 


Così ho conosciuto Giovanna D’Arco


 


 


6) 1888


 


Sì, una signorina bionda l’ho vista correre proprio verso quel vicolo cieco e buio…si figuri…quando si può essere utili….


 


Così ho conosciuto Jack lo squartatore……


 


 


7) 1789


 


E’ un onore conoscerla di persona, ammiraglio…desidero davvero stringerle la mano….


 


Così ho conosciuto Orazio Nelson


 


 


 


9)  1780



“Ma certo! Lei è quello dei cioccolatini!”


 


Così ho conosciuto Wolfgang Amadeus Mozart


 


 


 


10) 1900



"Ma prende Radio DeeJay?"


 


Così ho conosciuto Guglielmo Marconi


 


 


 


12) 1811


 


Vi avevo chiesto di portarmi dall’Imperatore, non voglio parlare con questo nano buffone col cappello ricurvo…..


 


Così ho conosciuto Napoleone Bonaparte   


 


 


13) ROMA, 64 D.C.


 


“Certo che ho da accendere…..”


 


Così ho conosciuto Tiberio Claudio Nerone……


 

martedì 5 agosto 2008

DOV'ERO . OTTO ANNI FA....

18 AGOSTO 2000, NOCERA UMBRA



PORTATEMI DELL' ACQUA DI NOCERA

QUESTA E' BUONA ALLA FEBBRE ED AL DOLOR COLICO

GUARISCE LA RENELLA ED IL MAL DI PETTO

FA DIVENTARE ALLEGRO IL MALINCONICO.

L'APPIGIONASI APPICCA AL CATERATTO

ED IN OZIO FA STAR TUTTI I BECCHINI

MA NON BISOGNA BERLA A CENTELLINI

E - QUEL CHE PIU' CONTA - IL MEDICO L'APPROVA

E IN CENTO CASI ANCOR PIU' STRAVAGANTI

HA FATTO DELLA SUA VIRTU' LA PROVA

STIMANDOLA PIU' ANCOR DEL VIN DI CHIANTI.


 


Mi affretto a memorizzare i versi del poeta Francesco Redi, letti sopra tre fontanelle davanti all'ingresso di Nocera Umbra che dopo un brevissimo pranzo nel bar a fianco accompagnano come una melodia i sorsi dell'acqua più fresca e buona di tutta l'Umbria.

Appena tornerò alla tenda li trascriverò immediatamente, parola per parola.

Sono stato accolto anche qui nel migliore dei modi: solo chi gira in bicicletta d'estate può sapere quanta allegria, quanto piacere regali al viandanTe una fonte di acqua fresca specie ora che la temperatura si avvicina molto ai 40 gradi.

Entrando nel borgo, però, i versi dell'Acqua fresca si cancellano e mi torna alla mente ben altra porta e ben altri versi: il Canto terzo di quella "Commedia" che sta accompagnando il mio viaggio come una colonna sonora


"Per me si va nella città dolente..."


Gran parte delle case di questo meraviglioso borgo sono transennate e con ponteggi. Il terremoto ha colpito qui molto più di quanto pensassi e il silenzio dentro le mura è assoluto come quello delle città fantasma dei vecchi "western" mentre centinaia e più case di questo grande borgo sono totalmente abbandonate.

 non una persona oltre me a camminare su questi ciottoli non altro rumore oltre al fastidioso gracchiare della mia scarpa sinistra consumata.

Nonostante le crepe siano ovunque provo ad entrare in alcune di queste abitazioni attraverso porte socchiuse, socchiuse perché incastrate: impossibili da richiudere per i danni del sisma.  All'interno tutto è ancora più irreale: pavimenti inclinati, case completamente ammobiliate ma senza persone dentro, riviste aperte sui letti, arnesi che qualcuno teneva in mano e che poi sono rimasti appoggiati là dove il tempo li ha sospesi. Sembra proprio che tutti siano scappati portando con sé solo il necessario perché tanti di questi oggetti personali sono ancora visibili un po' ovunque.

I soffitti sono crollati quasi ovunque e le macerie sembrano un addobbo in tutte le strade, come la neve nei presepi. 

Padroni di tutto sono gli insetti insieme ai serpenti che vedo entrare ed uscire da vecchie porte in legno. In alcune strade ci sono anche sacchi di immondizie abbandonati probabilmente da allora (anche qui, i vecchi giornali che vedo sparsi in terra, sono testimoni del tempo che si è fermato).

L'impressione è che i lavori qui siano fermi da molto tempo e che Nocera Umbra sia stata dimenticata dagli uomini e dalle autorità

Tre giorni fa ho pianto sotto la bellezza delle opere di Giotto ad Assisi, di quella stessa volta che vidi crollare in televisione

ed ora entro in un'altra casa attirato da una vecchia foto di famiglia appesa al muro dall'altra parte dell'ingresso che intravedo da una finestra bassa

apro l'ingresso incuriosito

ma nessuno può vedere quella foto da vicino

perché non c'è più un pavimento

sotto

 

è crollato completamente scoprendo le cantine

e sto piangendo, di nuovo.


 


 


 

sabato 2 agosto 2008

CAMMINANDO, DANZANDO E.....


CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA



 



Qualcuno di voi ha realmente mai "cantato sotto la pioggia"?



Intendo dire se qualcuno di voi,



specie qualche ragazzo ispirato da forti sensazioni come il buon Don Lockwood-Gene Kelly di "Singin' in the rain", ha ,mai capovolto la sfortuna di un improvviso temporale estivo mutandola in un momento di libertà e di esaltazione emozionale: uscendo allo scoperto, in strada, in mezzo alla gente



magari cantando proprio:



I'm singing in the rain
Just singing in the rain
What a glorious feelin'
I'm happy again



I'm laughing at clouds
So dark up above
The sun's in my heart
And I'm ready for love



e imitando qualche passo di danza o chiamando a sé un' altrettanto folle compagna di ballo disposta a sacrificare la sua camicetta pulita sotto l'acquazzone.



Poco tempo fa, per un concerto "rievocativo", ho interpretato:



Le gocce cadono ma che fa, se ci bagnamo un po'
domani il sole ci potrà asciugar.
Non si rovina il frac,
le scarpe fan cic-ciac,
seguiam la strada del destin!



si tratta (ad una più attenta analisi del testo tutt'altro che banale) di una vera esortazione all'ottimismo durante la guerra. La canzone penso fu anche un po' rimaneggiata nella versione "trio Lescano" perché uno dei testi in circolazione era più esplicito:



Non disperar perchè la vita
non è finita se si spera nel doman.
Non disperar, vedrai che il mondo
in fondo in fondo è pur giocondo
e un dì le nubi passeran.



Se ora cominciassi a parlare di



Scende la pioggia ma che fa



Cambia il mondo attorno a me



per amore sto morendo



credo si capirebbe ancor meglio il filo conduttore del discorso ma a dire il vero non amo troppo questa cover. Anche se non ho idea di che cosa raccontasse il brano originale dei "the turtles" e sebbene il bellissimo testo a metà tra disperazione e speranza fu bene interpetato dal giovanissimo Morandi.

 La pioggia in poesia o in musica è un po' una metafora purificatrice. Lava via un dolore, porta cambiamento oppure si tramuta da fastidio in piacevole accompagnamento musicale delle proprie emozioni.



In alcuni versi ci si concentra proprio sulla bellezza dell'acqua che trasforma il panorama, ciò che ci circonda ed offre un modo diverso di vedere tutto. Più spesso però c'è il richiamo al fatto che, dopo un temporale ci sarà sempre il Sole che è comunque un immagine universalmente positiva
per cui la metafora richiama principalmente la speranza di un male che prima o poi finirà.



 



Talvolta le belle emozioni, l'amore, nemmeno ci fanno sentire gli abiti zuppi addosso o la violenza del temporale sui nostri capelli bagnati. Niente può fermarci, tantomeno gli occhi dei passanti: niente può impedirci di scendere in strada e cantare ad alta voce, ballare sui marciapiedi, saltare nelle pozzanghere.



Un po' come quando, da bambini, ci rotolavamo nel fango incuranti delle conseguenze (nostra madre però non era così spensierata). 



E' chiaro che l'ho fatto anch'io



E so che lo farò ancora.



 



Così ora, nella fiera delle citazioni scontate e troppo celebri del mio blog (poiché amo i classici, che altro fare?)...potrei concludere con "La pioggia nel pineto"



ma poiché penso che anche nella storia della musica ci siano meravigliosi testi e poesie



termino con le parole di una delle mie canzoni preferite:



 



 


Raindrops keep falling on my head
And just like the guy whose feet are too big for his bed
Nothin seems to fit
Those



raindrops are falling on my head,



they keep falling

So I just did me some talkin to the sun
And I said I didnt like the way he got things done
Sleepin on the job
Those



raindrops are falling on my head



they keep falling

But there's one thing



I know
The blues he sends to meet me



wont defeat me
It wont be long till happiness steps up to greet me

Raindrops keep falling on my head
But that doesnt mean my eyes will soon be turnin red
Cryings not for me
Cause



I'm never gonna stop the rain by complainin
Because Im free




Nothings worrying me.



 



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