STORIE E VOCI
LE BRET: Sta' calmo ora, sta' calmo, mantieniti.
CIRANO: Mantieniti? Sussulto già fulmineo di fremiti congeniti! Voglio un'intera armata da estinguere in un niente! Ho più cuori che braccia, e non mi è sufficiente spaccare in due dei nani, mi servono giganti!
Francis è abituato a picchiare, a difendersi.
Francis è nato ad Hoboken dove essere figlio di italiani è normale ma resta comunque un peccato. Anche quando diventi il più grande interprete musicale del secolo.
Ora che è ricco è famoso più di chiunque altro è comunque abituato alla diffidenza, a farsi giustizia con le sue mani. Sinatra beve, gioca, frequenta donne di ogni genere e se gli fai la domanda sbagliata non chiama l'avvocato ma potresti assaggiare il suo pugno destro.
Frank è un cattivo, un prepotente però ha un senso della giustizia e dell'amicizia più profondo di molte delle persone a cui ha rotto il muso.
Sinatra ha bevuto, come tante altre volte ed entra al "Copacabana" come tante altre volte: è il numero uno di Las Vegas e i locali fanno a gara per averlo nelle serate e tra i tavoli dei casinò.
Questa volta, però, c'è qualcosa di diverso. C'è un negro con lui. Le guardie del corpo riconoscono entrambi: chi non conosce Sinatra e Davis Jr.? Magari molti hanno in casa i loro vinili ma nessuno vorrebbe in quel locale per bianchi un "colorato": "Non ha senso ma non è razzismo" direbbero: "E' che se un locale è per bianchi è così è basta. Ci può essere anche un negro educato ma poi ne vorranno arrivare altri cento e se si comincia a farne entrare altri è la fine"
Un conto è se vengono a cantare ma come ospiti in mezzo ai bianchi no, non è lo stesso!
I tavoli si fermano; la gente si volta e li guarda di traverso; chiamano altre persone.
I buttafuori li invitano ad uscire e intervengono altri responsabili ma Frank finge di non capire il problema.
Lui è il "Numero uno": nessuno può dirgli cosa deve o non deve fare e se entra Sinatra entra anche il suo migliore amico: non esistono neri, bianchi, italiani o portoricani. In pochi secondi il sangue va alla testa, il cantante dagli occhi blu spacca tavoli, affronta gli omoni che vogliono fermarlo e volano botte, succede di tutto.
Lui uno contro cento come Cirano alla porta di Nesle.
"Mafioso!"
Urla qualcuno
"Amico dei negri!"
Per stasera Frank ha perso e con qualche livido di troppo ma per gli avversari è una vittoria di Pirro.
Sammy Davis Jr. sarà in breve tempo un utente abituale dei casino di Las Vegas se vogliono ancora avere il Rat Pack di Sinatra tra i loro ospiti.
Anche perché Sinatra si comprerà presto l'intero locale
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In un' altra parte dell'America un altro uomo, in maniera diversa, sta cantando la sua vita e la sua canzone contro l'odio.
Anche lui ha fatto i soldi con la musica, tanti soldi ed i suoi dischi sono i più celebrati del momento. E' talmente famoso da essere stato soprannominato "King" come capita a volte ai più celebri artisti di colore. Tanto apprezzato da vendere più di Sinatra.
Nat "King" Cole nel 1948 può già comprarsi una bellissima casa in uno dei migliori quartieri di Los Angeles. Non ci sono altri "neri" in quel posto.
Qualcuno lo minaccia velatamente: tentano di intimidirlo tutte quelle inutili teste che hanno la fortuna di abitare al fianco di uno dei più straordinari interpreti del '900 e la fortuna magari di ascoltare ogni giorno da una finestra il suo pianoforte e la sua voce che incantava il mondo.
Nat non ha paura di nessuno: otto anni dopo terminerà addirittura un concerto ferito e sanguinante dopo un attacco e tentativo di rapimento sul palco e per tutta la vita si rifiuta di esibirsi in locali in cui non possono entrare neri.
I vicini, riuniti in associazione, cercano di essere chiari con lui:
"Non vogliamo persone indesiderabili nel quartiere"
"Neanche io - risponde - e se vedo che qualche indesiderabile si trasferirà qui, sarò il primo a lamentarmi."
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In un' altra parte dell'America un altro uomo, in maniera diversa, sta cantando la sua vita e la sua canzone contro l'odio.
Anche lui ha fatto i soldi con la musica, tanti soldi ed i suoi dischi sono i più celebrati del momento. E' talmente famoso da essere stato soprannominato "King" come capita a volte ai più celebri artisti di colore. Tanto apprezzato da vendere più di Sinatra.
Nat "King" Cole nel 1948 può già comprarsi una bellissima casa in uno dei migliori quartieri di Los Angeles. Non ci sono altri "neri" in quel posto.
Qualcuno lo minaccia velatamente: tentano di intimidirlo tutte quelle inutili teste che hanno la fortuna di abitare al fianco di uno dei più straordinari interpreti del '900 e la fortuna magari di ascoltare ogni giorno da una finestra il suo pianoforte e la sua voce che incantava il mondo.
Nat non ha paura di nessuno: otto anni dopo terminerà addirittura un concerto ferito e sanguinante dopo un attacco e tentativo di rapimento sul palco e per tutta la vita si rifiuta di esibirsi in locali in cui non possono entrare neri.
I vicini, riuniti in associazione, cercano di essere chiari con lui:
"Non vogliamo persone indesiderabili nel quartiere"
"Neanche io - risponde - e se vedo che qualche indesiderabile si trasferirà qui, sarò il primo a lamentarmi."