lunedì 30 giugno 2008

DALL'ALTO

IL CAMPANILE DI ZAPPOLINO


 


Riparare le tegole rotte è una scusa.


Pare filtri dell'acqua dall'alto, non si sa bene come.


In verità rimango sul mio tetto molto più a lungo per poter guardare sotto sedendomi sui coppi incandescenti per il Sole estivo.


Per salire in cima a Via Valle Samoggia 995 come su qualsiasi tetto mi armo di spray anti vespe: i tetti sono pieni di insetti nervosi ma se loro non infastidiscono me, anche la mia arma non li colpirà. Il solaio è ad un paio di metri da terra e la mia scaletta mi permette a mala pena di raggiungerlo con le braccia per cui mi infilo issandomi con la speranza di trovare un modo anche per scendere, quando sarà il momento.


E dal tetto si vede il campanile di Zappolino.


Zappolino è il paesino un chilometro sopra il mio. La campana della chiesa è quella che regola la vita quando sono a casa mia, un po' come accadeva in tempi lontani nel senso che i suoi battiti mi indicano le ore ed alla sera, nel momento in cui parte il classico "Ave Maria" da parrocchia, so che è ora di preparare la cena.


Da terra non si può vedere ma da qui la cima bianca di quella torre è ben evidente sul lato sud est. Proprio dalla parte opposta c'è l'Abbazia di Monteveglio, che un tempo fu la mia dimora abituale mentre ad Ovest il Sole sta pian piano scendendo come ogni pomeriggio.


Ed io sono in alto perché è solo dall'alto che si può vedere il mondo.


E' stata la metafora della mia vita: ho passato migliaia di sere in cima alle mie colline per vedere il mio paese dall'alto: era l'unico modo per capire veramente cosa mi fosse successo durante la giornata e cosa potessi fare l'indomani.


Vedere le cose dall'alto, dall'esterno.


Non penso si possa riflettere nel frastuono degli avvenimenti che si succedono durante il giorno ad una velocità superiore alle mie possibilità così alla notte ripercorro tutto decidendo cosa poteva andare meglio e cosa ho fatto bene oppure costruendomi un'altra vita nella mia mente, una realtà diversa e più accettabile


Ed ora sono qui, in alto


ed è il mio Pincio, Villa Spada.


e vedo tre tegole rotte: le sistemo e mi rituffo nei 50 gradi del solaio e poi ancora nel pianerottolo, in qualche modo, rovinando sul pavimento.


 


 

lunedì 23 giugno 2008

DELL'INIZIO E DELLA FINE

INIZIO E FINE


 


Non piangere bambina mia,


io sembro  distratto perché ho troppo da fare e mi resta così poco tempo da vivere


ma la mia carezza non è mai distratta, la mia mano sulla tua spalla cerca tra le ossa il tuo dolore e se non posso toglierlo almeno potrò sentirlo un po' insieme a te


perché il male che è in me da sempre torna a trafiggermi appena sfiora la sofferenza altrui.


Per cui non pensare io non capisca come stai perché nacqui con una corona di spine prima di ogni altra sofferenza  che non fosse il venire alla vita.


Ed ora non piangere amica mia


perché abbiamo così tanto da fare e così poco tempo da vivere.


 

martedì 17 giugno 2008

DIALOGO SOPRA I DUE MASSIMI SISTEMI DEL MONDO

LA LUNA PIENA



Hanno mentito.

MI hanno detto che si sarebbe diventati grandi, maturi e saggi

Mi hanno mentito.



Dalla mia vita ho imparato però, ho conquistato una certezza consolatoria: qualunque scelta io faccia sarà di certo quella sbagliata.

Ma voglio farla con coraggio: rimanere a metà è sempre peggio che sbagliare.



La notte medito i miei errori, comprendo che ogni mia azione sbagliata è conseguenza della fretta del giorno, delle paure, dell'ansia.

Gli errori esistono, si sbaglia ma non è sempre facile accettarli e la notte tutto è amplificato: rancore, amore e rimpianto. Solitudini, tradimenti.

E quando la Luna è ormai piena la cassa di risonanza raggiunge il suo apice, anche per chi disprezza l'astrologia come me.

L'astrologia è superstizione: è voler imprigionare la natura in regole che non conosciamo realmente; è voler dare significato a ciò che ha già un significato suo; è voler dare colpe e meriti agli astri di cose che avvengono così lontane da essi; è l'ignoranza dei nostri avi che noi vogliamo far diventare cultura del presente.



La filosofia è scritta in questo grandissimo libro che continuamente ci sta aperto innanzi a gli occhi

(io dico l'universo),

ma non si può intendere se prima non s'impara a intender la lingua,

e conoscer i caratteri, ne' quali è scritto.

Egli è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche,

senza i quali mezi è impossibile a intenderne umanamente parola;

senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto


Ma egli (Galileo), diceva anche:


Grandissima mi par l'inezia di coloro che vorrebbero che Iddio avesse fatto l'universo

più proporzionato alla piccola capacità del lor discorso. 




E così l'astrologo crede di vedere in queste meravigliose ed ignote sfere di elio ed idrogeno il libro già scritto del nostro destino, che si muove secondo i dettami di una scienza che già si basa su principi astronomici poi dimostrati errati nei secoli.

Il vero sognatore era Galileo, il vero romantico che sognava di poter scoprire e non già "sapere" come i suoi contemporanei.


Quando un bambino parla esattamente come un astrologo viene deriso dagli adulti. Quando un astrologo parla esattamente come un bambino viene considerato  dagli stessi adulti un sapiente.

La magia è ben altro, la Luna e le stelle sono altro: con l'astrologia svuotiamo di tutto il romanticismo quelle meravigliose luci che il Dio ha creato per magnificare la Notte. Vogliamo credere che, invece di brillare, invece di essere al nostro servizio siano loro a decidere o conoscere il nostro futuro.

La Luna vede tutto, è testimone, ispiratrice: è Lei a leggere noi....non noi ad avere il potere di sapere tutto su di Lei.

Eppure ci sono verità scientifiche che rendono la Luna "magica".

Gli animali sentono e vedono la Luna Piena, i ritmi di tutto il Pianeta sono dettati dalla gravità di Sole e Luna, dalle Fasi Lunari e da tanti elementi reali ed evidenti. Questa è la realtà. E la realtà è la vera magia.

Il passato, il presente ed il futuro non saranno scritti nelle carte ma nel mio cuore che li macina, li elabora e conferisce loro significati, paure, ansie o gioia e speranze. Conosco la mia vita meglio di chiunque altro.

Non lascerò a nessun astrologo il diritto di sbagliare al posto mio o di comprendere i movimenti della Luna: io ho osservato e vissuto sulla mia pelle le sue fasi più di tutti loro. Sirio ha trafitto il mio petto con la sua luce ed ho pianto centosettantacinque volte sotto la cintura di Orione. Ho contato tremila albe e diecimila tramonti tra il Sole e Venere. Ho viaggiato senza meta con le mie gambe per venti giorni solo seguendo Giove e Saturno presso Aldebaran e sono i due solstizi annuali a regolare le mie scelte, il mio cuore ed il mio calendario. Un eclisse di Sole, poi, ha cambiato per sempre la mia vita.



Li senti i grilli cantare più forte? Gli animali corrono, urlano di più, tutto si muove. La luce del Satellite farà di tutto per entrare nella mia casa. I miei sensi di colpa ed i tormenti del cuore busseranno come martelli nella testa di un pazzo. Stanotte sarà di nuovo Luna Piena

Ed io non riuscirò a dormire.



Blue_Moon3_04





TO THE MOON

di Percy B. Shelley

Art thou pale for weariness
Of climbing heaven, and gazing on the earth,
Wandering companionless
Among the stars that have a different birth,—
And ever-changing, like a joyless eye
That finds no object worth its constancy?


Sei pallida perché sei stanca di scalare il cielo

e fissare la terra aggirandoti solitaria

tra le stelle che hanno una differente nascita,

e muti costantemente come un occhio privo di gioia

che non trova un oggetto degno della sua costanza?


(traduzione molto libera)








lunedì 9 giugno 2008

CINEMA, MUSICA, PASSI, AMORE


E MAGIE DI UN TEMPO


 




Perché negarlo? Io sono di certo innamorato del passato. Non voglio con questo esiliarmi da quest'epoca rifiutandola integralmente per quanto ne possa criticare la superficialità e la mancanza di sentimento ma la parte più bella di me la ritrovo proiettata in un'altra epoca.


E così la musica, il cinema che amo, lo spirito non appartengono agli anni in cui realmente ho vissuto.


 


Ho già detto di come, non possedendo un televisore né internet, trascorra parte del mio poco tempo libero visionando mille volte gli stessi film di Fred Astaire e Gene Kelly: inutile che io vi dia informazioni su questi due personaggi che per me costituiscono la Storia del 900 più di Churchill, Lenin o chissà chi altro.


Osservarli, amarne le movenze mentre trasportano a sé ed intorno a scenografie da sogno donne straordinarie: questo è conoscerli.


Per più generazioni abbiamo sognato di essere bravi come loro


e pronunciare solo il nome "Fred Astaire" ci mette quasi nelle orecchie un ticchettio musicale di scarpette.



Eleganza, leggerezza, padronanza


e poi quel cinema, fatto di sogni e di poesia, di amori grandissimi, di passi scanzonati, di amicizie vere e di forti passioni che non ci sembra di vedere più per l'eccessiva necessità contemporanea di mostrare sullo schermo una rappresentazione della realtà asettica o stucchevole: fare posto al sesso facile con poco impegno e pochi sentimenti


 


come nella vita, come le persone reali che ci circondano.


 


Calcoli, progetti, conteggi di denaro, matrimoni preparati minuziosamente. 


Proprio i matrimoni, proprio quelli sono un esempio perfetto: le cerimonie ed i ricevimenti di oggi sono assurde ricerche di perfezione organizzativa: unico vero obiettivo di quel giorno. Dimentichiamo perché ci si sposa ancora, nel terzo millennio, quando sembra ormai fuori moda.




Oh mio Dio io voglio danzare, cantare, sognare!


Se questa è immaturità resterò bambino in eterno.



 


Non si sogna più.


E' vero: non si sogna più.


 





L'incantevole Bella di New York e Fred Astaire litigano all'uscita di un locale: sembrano non sopportarsi ma dopo pochi secondi, mentre tutti li osservano, si accorgono di essere sospesi a metri e metri da terra.


 


"Non potete stare lassù!"


  


Ed invece possono,


perché sono innamorati.




 dancingman




 


DANCIN' MAN


 






I wanna be a dancin' man,


While I can,


I’m gonna leave my footsteps on the sands of time,


If I never leave a dime.


Never be a millionaire,


I don't care,


I will be rich as old King Midas might have been


Least until the tide rolls in.


 


Let other men build the mighty nations,


Or stairways to the sky,


I'll leave a few creations


To show that I was a dancin' by.


 


I wanna be free as any bird can be, yes siree,


I wanna leave my footsteps on the sands of time,


If I never leave a dime, dime.


A dancin' man


With footsteps


On the sands...


Of rhythm....and rhyme.



 






giovedì 5 giugno 2008

FOTOGRAFIE

ISTANTANEE


 


Più di un amico mi ha posto domande riguardo al mio blog pensando avesse riferimenti ad episodi della vita reale.


Altri ancora mi confessano di non riuscire sempre a capire i miei interventi, cosa vogliano dire realmente.



In verità continuo a dire (e qui faccio un altro strappo alla regola con un intervento di spiegazioni) che in questo spazio c'è sempre qualcosa che si riferisce a me, forse anche ai miei stati d'animo ma queste parole che improvvisamente appaiono sullo schermo sono libere.


Non c'è uno spazio definito, un tempo: non è un diario e nemmeno una cronaca o un insieme di riflessioni. Tutto viaggia il più possibile ad un metro da terra: può esserci la mia opinione ma l'opinione è mutevole; può esserci la mia vita ma non sempre si può capire in che modo.


Forse può esserci qualche po' di chi legge se quest'ultimo lo vede.


Pensieri e non idee, sogni e non fatti, musica e non canzoni, dialogo ma non discussioni. Il mio nome e cognome perché non c'è timore. E' una produzione e non intimità.


E' una lunga canzone mia come di tutti ed ognuno vede quel che vuol vedere


delle immagini, 


come in una canzone di De Gregori...



Le stelle sono tante, milioni di milioni,
la luce dei lampioni si confonde con la strada lucida.
Seduto o non seduto, faccio sempre la mia parte,
con l'anima in riserva e il cuore che non parte.
Però Giovanna io me la ricordo ma è un ricordo che vale dieci lire.
E non c'è niente da capire.
Mia moglie ha molti uomini,
ognuno è una scommessa perduta ogni mattina nello specchio del caffè.
Io amo le sue rughe ma lei non lo capisce,
ha un cuore da fornaio e forse mi tradisce,
però Giovanna è stata la migliore,
faceva dei giochetti da impazzire.
E non c'è niente da capire.
Se tu fossi di ghiaccio ed io fossi di neve,
che freddo amore mio, pensaci bene a far l'amore.
È giusto quel che dici ma i tuoi calci fanno male,
io non ti invidio niente,
non ho niente di speciale.
Ma se i tuoi occhi fossero ciliege io non ci troverei niente da dire.
E non c'è niente da capire.
È troppo tempo amore che noi giochiamo a scacchi,
mi dicono che stai vincendo e ridono
da matti, ma io non lo sapevo che era una partita,
posso dartela vinta e tenermi la mia vita.
Però se un giorno tornerai da queste parti,
riportami i miei occhi e il tuo fucile.
E non c'è niente da capire.


........"e non c'è niente da capire....."