mercoledì 30 aprile 2008

IL FIGLIOL PRODIGO

LA PARABOLA DI PAOLO IL FIGLIOL PRODIGO


 

 

Un uomo aveva due figli. Il più giovane, Paolo, disse al Padre: “Non è che avresti cento Euro…sai i debiti, il carovita, il caro benzina, anzi facciamo prima: dammi la parte di eredità che mi spetta così che io la possa saggiamente spendere per costruirmi un futuro tra droga, gioco d’azzardo e donne di facili costumi….”

E il Padre divise le sostanze….

Così Paolo partì con tutte le sue cose per un paese lontano (Castello di Serravalle, più o meno) e sperperò tutte le sue sostanze vivendo da dissoluto, pur ignorando cosa significasse il termine “dissoluto”

(e ignorando come fosse difficile vivere da dissoluto a Castello di Serravalle).

 

Quando ebbe speso tutto in Gratta e vinci e nel tentativo di partecipare ad una cordata per acquistare una compagnia aerea ormai senza speranze......in quel paese venne una grande carestia e Paolo cominciò a trovarsi nel bisogno e pensò “..ma proprio ora che ho speso tutto doveva arrivare la carestia?”

 

Allora si mise a servizio di uno degli abitanti di quella regione che lo mandò a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube che mangiavano i porci ma questo non avvenne, piuttosto ogni tanto capitava che alcuni porci perdessero una gamba; cosa che Paolo giustificava con incidenti sul lavoro ed improbabili liti tra suini.

 

Allora rientrò in sè stesso e disse: “Quanti salariati in casa di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, non sono più degno di esser chiamato tuo figlio; trattami come uno dei tuoi garzoni.

Così partì e si incamminò verso suo padre (pur credendo che il garzone fosse una benda di grandi dimensioni….)

 

Davanti alla sua vecchia abitazione c’erano ad attenderlo il Padre ed un vitello di notevoli dimensioni: alla vista del figlio il Padre gli corse incontro gettandogli le braccia al collo mentre il vitello cominciò inspiegabilmente a piangere……

Il figlio gli disse: “Padre, non sono più degno di esser chiamato tuo figlio”  ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa”

“Lo sapevo io! Disse il vitello ancora singhiozzante! Ma abbiamo così tanti conigli!!!…proprio io?????”

“Ma fatti gli affari tuoi! Disse un coniglio poco distante…

….che poi…se ti fossi messo a dieta come ti avevo consigliato adesso ammazzerebbero un altro….”

 

E cominciarono a far festa. Tranne il vitello.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò un servo e gli domandò che cosa fosse tutto ciò. Il servo gli rispose: È tornato tuo fratello e il padre farà ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo.

Egli si arrabbiò e disse “Non può ammazzare il vitello grasso per mio fratello! Semmai un coniglio!”

“E’ quello che ho detto anch’io! disse il vitello grasso….”

“Ma è un complotto???” aggiunse il coniglio…..

 

Il fratello si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo ma lui rispose: "Ecco, io ti servo da tanti anni e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici……….”

E il capretto: “Oh!! Basta che non tirate in mezzo anche me, eh?”

"Guarda...-aggiunse il coniglio- qui di vegetariani neanche l'ombra..."

Riprese il fratello maggiore….”…ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi è tornato, per lui ammazzi il vitello grasso. Perché?" 

“Ha ragione! Perché mai????” si sentì una voce…..


particprodigo3


Gli rispose il padre:

“Figlio mio…



....hai idea di quanto sia saporito il vitello grasso con le erbette e la salsa?”







 

martedì 22 aprile 2008

DEL MEGLIO E DEL PEGGIO

ORZATA E SCHWEPPES



Sono alfine giunto a questo brano del mio "blog". Dico ciò perché mi accingo ad affrontare un tema a me davvero caro cominciando col parlare dell'


ORZATA


A parte la manovra di cui sentiamo parlare durante l'America's Cup, l'orzata è quell'impasto biancastro e denso dal sapore amarognolo ma allo stesso tempo incredibilmente disgustoso e dolciastro che è comunemente ritenuto dissetante e piace tanto ai nostri nonni.


Chi, come me, è stato bambino negli anni '80 o nei due decenni precedenti ha dovuto fare i conti con queste bevande orribili o gasatissime o peggio colme di coloranti fino ad essere avvelenate.


A dire il vero l'infanzia di molti di noi è piena di interrogativi sul fatto che ci fossero proposti come prelibatezze degli alimenti disgustosi....


ad esempio tra le tante caramelle: le tonde zuccherine con la carta colorata, quelle alla menta con la cartina trasparente, quelle che "frizzavano" ai gusti arancio e limone, le "Rossana", le caramelle al caffé e quelle classiche a forma di goccia .................si nascondeva sempre la temibile "Caramella all'anice" dalla inconfondibile carta azzurrina. Il suo sapore stomacava ogni bambino e le nascondevamo in qualche cassetto per poi ritrovarle sciolte d'estate ed appiccicate a qualche blocchetto di appunti o vecchia "Bic".


Ma banalizzando potrei citare anche altri "sapori di un tempo" che erano orrendi per tutti noi: è il caso dei canditi nel panettone natalizio: non li voleva nessuno e li toglievamo pazientemente ad uno ad uno.......


Ma tra i "tanti nemici" del gusto di quando ero piccolo ne è rimasto uno, un avversario personale la cui sola presenza di una bottiglia nelle mie vicinanze ha su me il medesimo effetto della Kriptonite per Superman. 


 


ORZATA


appunto.


Diciamo la verità: a quanti piace (e gli ultra ottuagenari sono esclusi da questo discorso.....) ?


Tengo conto del valore affettivo, dei ricordi dell'infanzia e di allegre estati al bar tra l'aranciata quasi fluorescente con lo 0,001% di succo, la gassosa con il 99% di andidride carbonica o i gelati Toseroni ed Eldorado consumati tra una partita e l'altra di "Space Invaders" e "Pac Man"


Però se fa schifo fa schifo.



A tutto questo si contrappone l'oggetto dei miei desideri: leggermente frizzante, amarognola ma leggera, fresca e dissetante, allegra e giovane la


 


SCHWEPPES


 


L'acqua Tonica per eccellenza da non confondersi con l'acqua brillante. Non chiedetemi perché ma pare siano molto diverse.


Semplicemente acqua, anidride carbonica ed aromi naturali. Due secoli fa era utilizzata anche per guarire la malaria (conteneva molto più chinino dell'attuale ricetta e per la presenza di questa pianta dai provati effetti terapeutici  la Schweppes ebbe un boom nelle colonie inglesi dell'epoca).


La bevo anche in inverno ma un bicchiere di questa pozione a metà luglio, sommersa da cubetti di ghiaccio, mi fa rinascire più di un caffé e ginseng.


Con orgoglio, anche nelle birrerie più irlandesi e scozzesi che si possano trovare, tra gli sguardi di commiserazione degli amici e dell'oste: "ho girato ovunque per trovare le birre più esclusive e questo mi ordina una tonica, tzè !"    io la chiedo a gran voce e la gusto con soddisfazione.


E a chi mi accuserà di parteggiare per bevande moderne e gassate anziché le sane cose italiane di una volta risponderò che la Schweppes è nata nel 1783 e la cara orzata delle tavole dei nostri nonni non è assolutamente a base di latte di mandorle calabresi come si crede bensì di un latte ricavato dal benzoino, una pianta che si importa dal sud est asiatico.......


  57935_1


Sì, lo so che non si vede molto in questa foto ma quelli sono i "Fab Four"


che si scolano la mia Schweppes!!!! (fonte: www.schweppes.it)


 


Ricordo che Schweppes è un marchio registrato e penso che nessuno di quell'azienda si sia offeso per i contenuti di questo post. In quanto all'orzata non ho citato "Toschi", "Fabbri" ed altri per cui non c'è problema.

lunedì 21 aprile 2008

SCARAMANZIE

VIVI OGNI GIORNO COME SE FOSSE L'ULTIMO


 


Non mi lasciate nemmeno un mesetto?


 


Leggo questa frase ovunque, ogni giorno.


Preferisco sentir dire "Vivi giorno per giorno" ma non "l'ultimo".


Voglio dire che tutti hanno paura della morte e 24 ore sono così poche: in 24 ore si riesce a combinare quasi niente anche impegnandosi.


E poi ti ritrovi alla mezzanotte, dopo aver fatto di tutto e ti accorgi che non sei morto...


ed allora pensi "Sì ma morirò domani! Per cui diamoci da fare"


E così ogni 24 ore......


Con una perenne angoscia di dover fare tutto e subito.



Magari posso vivere con la coscienza che possiamo terminare la nostra esistenza in un momento qualsiasi, per cui è giusto tenerne conto (un po' come nella concezione cristiana, per presentarsi al Padre Eterno con l'anima abbastanza pulita o smacchiata a sufficienza....)


Però lasciatemi vivere in pace. Oggi non riesco a fare tutto: datemi una proproga.



 






giovedì 17 aprile 2008

IL RE TRAVICELLO

IL RE TRAVICELLO


 


Olim ranae errantes liberae in paludibus magno cum clamore ab Iove petiverunt regem ut dissolutos mores vi compesceret.


 


Pater deorum risit atque ranis dedit tigillum, quod magno strepitu in stagnum cecidit. Dum ranae, metu perterritae, in limo latent, una tacite e stagno caput protulit et, explorato rege, cunctas evocavit. Aliae ranae, timore deposito, supra lignum insiluerunt et inutile tigillum omni contumelia laeserunt, postea ad Iovem nonnullas miserunt ut alium regem peterent.


 


Tum Iuppiter misit horribilem hydrum, qui ingentem ranarum caedem fecit. Frustra miserae ranae per totam paludem currebant ut mortem vitarent; denique furtim ad Iovem Mercurium miserunt petiturum ut ille rursus infelices adiuvaret. Tunc contra deorum rex dixit:" Quia noluistis vestrum bonum ferre, nunc malum vestrum perferte!"


 


ESOPO (dedicato a tutti i liceali ed ex liceali)