ELEFANTI A VERCELLI
Quattro anni,
tanto durò il cammino da Baghdad ad Acquisgrana. “Il dono
più grande” per l’Imperatore Carlo Magno lo percorse metro dopo metro con i
suoi grandi passi pesanti dalla Persia all’Africa e poi da Cartagine all’Italia
attraverso la Germania. Attraverso le Alpi.
Cosa c’entra un elefante Persiano con le Alpi? Cosa ci fa Abul
Abbas, l’immenso elefante albino del Grande Califfo in mezzo ai ghiacci e a
quella neve bianca che nemmeno immaginava che esistesse? In Persia Abul Abbas non
stava male: aveva acqua e aveva caldo, fatica ma anche riposo. Sempre meglio
che scendere in guerra in Danimarca o vivere ad Acquisgrana dopo avere percorso
tutto il mondo per quattro anni. Sempre meglio che morire di polmonite nelle
acque del Reno!
Il grande elefante!
E mentre cerca di riposare, poco riparato dal gelo dell’inverno
vercellese, ad Abul Abbas sembra di sentire un lamento come il suo, il pianto di un amico
sepolto da mille anni: un altro elefante immenso come lui e come lui fedele compagno di un uomo che ha lasciato un nome incancellabile nella storia. E' la voce di Surus: anche Surus affrontò un lungo
viaggio dall’ Oriente fino a Cartagine, sempre portando sulla schiena Annibale: il
Generale che fece tremare Roma. Ma Surus, a Roma, non ci arrivò mai anche se
dei tanti elefanti che valicarono le Alpi dalla Francia lui fu l’unico a sopravvivere
abbastanza da combattere in Italia.
Anche a Surus pare di sentire il lamento amico di Abul
Abbas e anche lui desidera non sentirsi così solo: essere un gigante addestrato alla
Guerra non vuol dire non sentire la nostalgia dell’India, del caldo, della
propria casa.
E così, in inverni di epoche diverse ma con lo stesso
destino, Surus e Abul Abbas incrociano le loro strade presso Vercelli con la stessa domanda: “Cosa c’entra un
elefante con le Alpi? ”
Four years, so long was the journey from Baghdad to Aachen. "The
greatest gift" for the Emperor Charlemagne traveled every meter with
his big heavy steps from Persia to Africa and then from Carthage
through Germany to Italy. Through the Alps.What is a Persian elefant doing in the Alps? What
is Abul Abbas doing, the huge albino elephant of the Great Caliph through
the ice and the white snow that he did not even imagine existed? In Persia Abul Abbas was not bad: he had water and hot, hard work but also rest. It's really better than going to war in Denmark or live in Aachen after traveling around the world for four years. It's better than dying of pneumonia in the waters of the Rhine! The big elephant!And
he tries to rest, little sheltered from Vercelli's chill of winter, when he seems to hear a moan like his own, the tears of a friend buried for
a thousand years: Another huge elephant like him , faithful
companion of a man who left an indelible part of history. Just like he did. It's the voice of Surus: Surus also faced a long journey from East to
Carthage, always bringing back the mighty Hannibal: the General that shook Rome. But Surus, in Rome, never came even if, among all the elephants
that passed through the Alps from France, he was the only one to survive enough to
fight in Italy.Also Surus seems to hear the lamentation of Abul Abbas and he wishes to
not to feel so alone: being a giant trained at War does not mean not
to feel the longing of India, of the heat, of your own home.And
so, in the winters of different eras but with the same fate, Surus
and Abul Abbas cross paths at Vercelli with the same question: "What is an
elephant doing with the Alps? "
