UN GUSTO PARTICOLARE
C'era un cestino, un centro tavola appoggiato sul centrino.
Era uno di quei classici centro tavola che si usavano all'epoca: in vetro verde ma avvolto in un motivo di foglie intrecciate in ferro battuto.
Era tanto grande o forse solo tanto più grande della mia piccolissima mano di bimbo che, quando si poteva, cercava un tesoro al suo interno:
le caramelle
Questa coppa veniva appoggiata con precisione al centro del tavolo solo al pomeriggio, dopo pranzo e io salivo su uma sedia, scala o una sedia e allungavo il braccio per pescare al suo interno se non volevo chiedere l'aiuto dei grandi. Ma certo non volevo: avrei perso il piacere di mescolare tutte quelle biglie dolcissime e colorate prima di poterle vedere, per poi tirarne su una alla volta cercando di riconoscere al tatto la forma desiderata.
le caramelle
Questa coppa veniva appoggiata con precisione al centro del tavolo solo al pomeriggio, dopo pranzo e io salivo su uma sedia, scala o una sedia e allungavo il braccio per pescare al suo interno se non volevo chiedere l'aiuto dei grandi. Ma certo non volevo: avrei perso il piacere di mescolare tutte quelle biglie dolcissime e colorate prima di poterle vedere, per poi tirarne su una alla volta cercando di riconoscere al tatto la forma desiderata.
O cercando la fortuna per trovare il colore giusto.
Rosso fragola. Giallo limone. Marrone caffè. Qualche Rossana, qualche menta.
Il peggiore risultato era trovarsi tra le mani il colore blu: anice.
A quel punto si rigettava il dolce, sgradito nel mucchio e la mano ripartiva a frugare.
Nonostante mi piacesse variare avevo dei punti fermi: speravo sempre di trovare una caramella a goccia marron: una caramella al caffè.
Poi, un pomeriggio di domenica, forse di maggio quando si smetteva di comprare quei piccoli doni e la coppa cominciava a svuotarsi e ad essere piena più di incarti che di dolci
le mie mani sentirono pezzi molto piccoli, duri e cilindrici
erano numerosi tanto che ne pescai 4 o 5
li guardai ed erano
neri, nerissimi.
LIQUIRIZIA
Non sento più fragola né cerco l'arancio
non mangio limone o il frutto candito
ma allungo la mano e cerco soltanto
che afferri il confetto il mio piccolo dito
E dopo quel gusto, quel sugo, sorrido
e solo nel nero mi sento rapito
di gusto e profumo: è un nido
la bocca e accetto l'invito.
Non è una caramella, liquirizia:
un dono o un piacere da un minuto:
non è più una semplice amicizia
Piacere è nel guardarla, nel contatto
ma quale caramella ormai mi vizia
se solo in lei mi sento soddisfatto?