IL PICCIONE GIACOMO
Un tempo, in un certo luogo, il piccione Giacomo vide un
gruppo di cuccioli, di cagnolini piangere in un angolo, sotto un porticato,
mentre imperversavano un vento e una pioggia freddi e fastidiosi.
"Dov'è la vostra mamma?" chiese
"E'... andata a procurare il cibo per noi piccoli"
rispose dopo un po' il più paffutello dei piccoli, strofinandosi gli occhi con
la zampetta.
"E allora perché piangete? Sono certo che tornerà
subito con quel che vi serve. Non sarà la prima volta, no?"
"E' che piangiamo - rispose ancora - perché la mamma ci
ha rimproverati ché ancora non sappiamo abbaiare...e ha detto che se non
impariamo ad abbaiare non diventeremo mai grandi"
"Tutto qui?" spalancò gli occhi Giacomo
"Certo!"
"Ma non è così grave! Io le so queste cose!
Abbaiare ... dico abbaiare veramente, non è difficile
.....ma neppure una sciocchezza.
Tutti i cani credono di abbaiare. Non tutti abbaiano
veramente. Alcuni lo fanno sempre, solo per farsi notare da tutti e io non li
sopporto; altri abbaiano male, per non aver voluto imparare.
Vi esprimerete tutta la vita facendo gesti, muovendovi,
agitando la coda ma anche e soprattutto abbaiando!
E' dentro di voi, lo sapete già fare. Non serve insegnarlo ma
… c'è un problema.
"Quale??" e questa volta risposero tutti i
cagnolini in coro che ormai avevano smesso di piangere e ascoltavano con
attenzione le parole del saggio Giacomo.
"Beh... per abbaiare servono due cose:
prima di tutto bisogna avere un motivo per abbaiare. I lupi
ululano alla Luna, per ricordarle che le sono devoti per essere la loro
compagna ed illuminare le notti. I cani da guardia abbaiano quando un ladro
cerca di avvicinarsi al cancello.
Un motivo, ci vuole un motivo: qualcosa davanti a sé per cui
abbaiare.
Seconda cosa: bisogna avere qualcosa dentro per abbaiare fuori.
Abbaiare nasce da un sentimento inespresso che si vuole esprimere; vien dallo
stomaco, dal cervello e poi, attraverso tutto il corpo, esce: leggero come una
piuma o potente come il tuono; alto come un fischietto o grave come la sirena
di una nave. Esce da solo, piccoli miei! Se gli date spazio per uscire, se lo
fate con l'anima e con la bocca aperta, il naso in avanti e la schiena diritta.
Esce da solo se abbiate con tutta l'anima senza pensare ad altro. Chi vi
ascolta deve capire perché abbaiate!
E così la mamma, una bella cagnetta bianca, tornando con il
cibo, si ritrovò circondata dai suoi cinque cuccioli che abbaiavano festosi
perché volevano mangiare e perché volevano farle sapere come erano felici che
lei fosse tornata.
poco più in là, un piccione, camminava per i portici
ripetendo:
"Qualcosa, davanti a sé, un motivo per farlo......... e
qualcosa di grande, dentro, da esprimere e da tirare fuori senza pensare a chi
mi guarda......" e continuava a camminare e camminare il piccione Giacomo,
che non aveva mai avuto il coraggio
di imparare