giovedì 8 novembre 2012

IO E IL CIELO

I MIEI OCCHI NELL' UNIVERSO

La mia passione per il cielo stellato nacque nella mia prima infanzia, quando mi insegnarono i nomi dei pianeti del Sistema Solare davanti a un bellissimo poster comprato in edicola. Prima di allora non credo di essermi mai posto nemmeno la domanda: “Perché in cielo ci sono le stelle?”.
Da ragazzino riempii interi quaderni di mappe stellari, appunti e avvistamenti sperando che quella, un giorno, potesse essere la mia professione. Non ricordo una notte di cielo sereno della mia adolescenza in cui io abbia rinunciato, con il freddo o con il caldo, a trascorrere almeno mezz’ora in cima alle mie colline o semplicemente su un terrazzo osservando la notte con il capo piegato verso l’alto.
Il fatto stesso che la finestra della mia camera inquadrasse perfettamente Orione nei mesi  più freddi dell’anno mi sembrava creasse un’intesa perfetta tra me e l’Universo.
La notte, la Luna e le stelle erano le mie migliori amiche e studiare i libri mi permetteva di dare a ognuna di loro un nome preciso: il loro vero nome. Il mio grande telescopio mi permetteva di inseguirle nella notte con un perfetto gioco geometrico e tutte quelle ore sottratte al sonno con il sedere sull’erba dopo la mezzanotte o sul balcone la mattina all’alba erano le mie preferite.
Non sono diventato un astronomo di professione.
Ho smesso anche come astronomo dilettante. Altre passioni altrettanto meravigliose come la musica e l’arte sono diventate prioritarie nella mia vita. Il lavoro non mi consente tutta la libertà di svegliarmi un’ora prima o coricarmi due ore dopo tanto spesso come fino a sette, otto anni fa.
Nonostante questo, tante volte si ripete ancora quella magia e l’incanto di osservare quelle luci straordinarie, di chiamarle per nome senza banalizzare la loro esistenza con l’assurdità che le stelle possano determinare il nostro futuro.
Ancora oggi, la meraviglia dei cieli stellati invernali mi fa dimenticare spesso quanto io mal sopporti il freddo.
Il piacere di salutare a una a una le costellazioni brillanti come quelle di ieri notte rende più sopportabile anche il sonno di stamattina


Voglio concludere questa pagina come spesso faccio, con una poesia. Questa volta però propongo un poeta straordinario e speciale, il poeta dei bambini Gianni Rodari. Il suo nome si accompagna a strofe che mi affascinano ancora oggi.




Stelle senza nome

 I nomi delle stesse sono belli:
Sirio, Andromeda, l'orsa, i due Gemelli.
Chi mai potrebbe dirli tutti in fila?
Son più di cento volte centomila.
E in fondo al cielo, non so dove e come,
c'è un milione di stelle senza nome:
Stelle comuni, nessuno le cura,
ma per loro la notte è meno scura.