venerdì 30 settembre 2011

DELL'AUTUNNO E DELL'ESTATE


IL PRIMO DI NOVEMBRE



Una maniera di fare informazione pressapochista e popolare vuole farci credere che l'equinozio d'autunno, fissato il 21 settembre, coincida con la fine dell'estate. I nostri negozi ci propongono la collezione di sciarpe e cappotti quando ancora al pomeriggio il termometro segna 30 gradi all'ombra e i vecchi si sorprendono di come le giornate si accorcino in fretta come se non fosse avvenuto lo stesso negli ultimi miliardi di anni da quando il nostro pianeta ha un asse inclinato rispetto alla sua orbita.

In verità nella Pianura Padana settembre è ancora un mese piuttosto mite, talvolta con buone massime fino ad ottobre e, così come quest'anno, in genere scarsamente piovoso.

Eppure non è meteorologico il motivo per cui, da molti anni, impongo fascistamente che l'autunno cominci il giorno 1 di novembre. Fino a tale data non indosso giubbe o cappotti e, potendo, neppure felpe.
Il fatto è che da almeno un paio di decenni questa stagione ha preso a piacermi e mi ha regalato emozioni e tranquillità che l'autunno ruba seminando freddo, angosce, traffico, piogge, mal di gola e stress con la sola pausa del Natale che è spesso troppo breve per poter essere afferrata.

Ogni volta la stagione del Sole risveglia inevitabilmente cuore ed ormoni: rinascono amori e passioni quasi sempre destinati a non durare, si dimagrisce, si diventa persino più belli o ci si crede tali. La lunghezza delle giornate mi fa riscoprire la voglia di fare, di essere che poi muoiono con l'autunno, con l'acqua per strada, l'acqua nel cielo, il freddo nella testa.
La depressione è una falsa amica, qualcuno la crede sincera, rassicurante nella sua monotonia e invece è alle nostre spalle che cerca un cielo buio per incastrarci e distruggerci.

Primo novembre.
Fino al primo novembre la mia mente e il mio corpo sono esposti al Sole, ad un abbraccio o solo a un ricordo di esso, al piacere di un pomeriggio all'aperto senza impegni e obblighi.