domenica 24 luglio 2011

FORSE NON TUTTI SANNO CHE


PERRAULT E I FRATELLI GRIMM
 




Si dice spesso che, le storie originali dei Fratelli Grimm e di Perrault, siano differenti rispetto a quelle a noi raccontate da bambini. In particolare mi ha sempre incuriosito che si parlasse di particolari assai più macabri nei finali delle loro favole: non meno terribili del celebre pifferaio di Hamelin o delle affascinanti storie di Andersen che, per quanto note, sono state sempre evitate dalle produzioni Disneyane.

La matrigna di Cenerentola, ad esempio, chiede alle sorellastre di tagliarsi il dito o il calcagno per riuscire ad indossare la scarpetta e l'altra nota matrigna, quella di Biancaneve, dovrà indossare un paio di pantofole roventi e morire per il dolore come punizione finale della sua cattiveria.

Ma questo è ancora poco.
Molte di queste fiabe sono raccolte e rivedute dagli scrittori dell'epoca partendo da antiche tradizioni orali .
Se già nel Cappuccetto Rosso di Perrault ci sono chiari riferimenti sessuali (la bimba viene invitata dal lupo a spogliarsi per mettersi a letto con lui), secondo le ricerche e le raccolte fatte basandosi sulle antiche versioni orali si arrivava a addirittura a riti cannibalici con Lupo e Cappuccetto che mangiano i resti della nonna.

Sono convinto che il pudore che contraddistingue il modo di raccontare storie ai bambini negli ultimi settant'anni sia legato alla netta differenza nell'approccio all'educazione delle ultime generazioni di genitori.
Nella vita come nella narrazione si bada più a evitare, a nascondere il male e far vivere i bimbi nell'illusione di un mondo ideale piuttosto che mettere in guardia gli stessi dai tremendi pericoli della vita.
A questo servivano le fiabe oltre che ad offrire perle di saggezza spicciola: a tenere gli occhi aperti per i "mostri" che si potevano incontrare che, più che lupi, streghe o bestie selvatiche, erano più spesso uomini.
 




Quando stavano per essere celebrate le nozze con il principe, arrivarono le false sorellastre: esse volevano ingraziarsi Cenerentola e partecipare alla sua fortuna. All’entrata della chiesa, la maggiore si trovò a destra di Cenerentola, la minore alla sua sinistra. Allora le colombe cavarono un occhio a ciascuna. Poi, all’uscita, la maggiore era a sinistra e la minore a destra; e le colombe cavarono a ciascuna l’altro occhio. Così esse furono punite con la cecità per essere state false e malvagie.

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venerdì 8 luglio 2011

IL SOLDATO TEDESCO


Uno degli aspetti che più amo del mio rapporto con la bicicletta è quel romantico dubbio che sia lei e non io a decidere quale meta si  raggiungerà ogni volta che partiamo assieme.
Non sono un vero ciclista: raramente durante l'anno riesco a godermi un bel giro con la mia due ruote ma quelle poche volte amo andare più lontano possibile. Io decido la direzione iniziale, magari ho in mente anche un luogo che vorrei vedere o rivedere durante il percorso, poi è il caso, la voglia di provare nuovi sentieri e strade oltre agli eventi e le sensazioni lungo il cammino che mi conducono sempre più lontano. Altrove.

Un' altra magia legata alla bicicletta è quella che ti mette in comunicazione con tante persone sconosciute quando entri in un paese. Se tu arrivi in automobile difficilmente ti rivolgono uno sguardo o una parola: quando invece giungi pedalando da solo (magari non attrezzato e vestito come un professionista della Parigi Roubaix) le signore e gli anziani o i bambini si sentono talvolta in dovere di accoglierti, di comunicare con te anche solo per un minuto.

Poco tempo fa ho pubblicato sul più noto Social network mondiale (non lo nomino ben sapendo che ho trascurato questo blog dal mio ingresso su quel portale) un noto spezzone del film "Tutti a casa" di Comencini.

Si è trattato di una sorta di profezia.

In quel video un soldato dell'esercito nazista, un disertore, si consegna spontaneamente a un drappello di soldati italiani (ovviamente siamo nel periodo dopo l'armistizio  del 43). Alberto Sordi interpreta il Tenente che guida il gruppo di soldati alleati e rifiuta, anche un po' alterato, la "scomoda" richiesta del poveraccio. La scena è ironica sebbene drammatica nel suo significato.

Qui mi ricollego alla bicicletta.

Neanche 24 ore dopo aver pubblicato questo video mi ritrovo in bicicletta nell'Appennino Bolognese.
Pedalando su quelle salite fai sempre i conti con la storia, con la guerra: i rinforzi, gli scavi o le trincee, le scritte misteriose (in lingua tedesca) e terrificanti sulle case occupate dai nazisti 67 anni fa.
Sono le strade della Linea Gotica: le stesse strade dove esplodevano le trappole di entrambi gli schieramenti; le medesime case che furono bombardate (come la mia) oppure i campi e i fienili dove ancora si ritrovano armi, elmetti e arnesi di quel dannato periodo.

Neanche 24 ore dopo aver pubblicato quel video raggiungo il paese di Castel D'Aiano che fu il luogo di un momento cruciale di quella guerra. La conquista di Castel D'Aiano significò praticamente l'inizio della rottura della Linea Gotica in questa zona centrale: da quel momento, con qualche ultimo combattimento, iniziò la marcia verso Bologna e Modena dei vari reparti.

Neanche 24 ore dopo, un signore troppo giovane per aver visto di persona la Seconda Guerra Mondiale, mi rivolge la parola avendomi visto interessato ad alcune note storiche su una parete e dopo qualche spiegazione mi racconta una storia del tutto simile a quella del riquadro visto ne film di Comencini. Un soldato, un disertore tedesco, che si consegna ai parenti di questo signore nella speranza che lo conducano da qualcuno come prigioniero di guerra.

Questo è il mio "revisionismo storico" di oggi: anziché negare le atrocità di quel periodo e la crudeltà umana
si può andare per un attimo dall'altra parte della Linea Gotica ma non al fianco di generali sadici e criminali bensì provare a guardare quei semplici soldati stremati dalla paura, dalle bombe, dalla fame. Si può provare a immaginare quei tanti che cominciarono a capire, se già non lo avevano fatto, che stavano difendendo un potere e non un ideale né una patria: che si stavano facendo ammazzare tutti e basta.

Altre storie mi ha raccontato quel signore, tante altre ne ho ascoltate in vita mia da chi ha visto con i propri occhi (al contrario della mia e delle generazioni successive che preferiscono leggere quel periodo attraverso il filtro di libri politicizzati).

Ho ripreso la bicicletta, dopo un piatto di tagliatelle
e sono passato a salutare il ceppo che ricorda Bob Dole: un giovanotto americano di quasi 70 anni fa che tempo dopo divenne un potente e noto senatore candidato alla Casa Bianca ma che ricorda anche un altro ragazzo, un membro della decima divisione di montagna americana che perì a Castel d'Aiano per liberare un paesino che non aveva mai visto prima in vita sua.


http://www.youtube.com/watch?v=E0HQ1Ul61hQ&feature=player_embedded